25 di Marzo 1999

Solennità dell'Annunciazione del Signore


Tre mesi fa, abbiamo celebrato la Nascita di Dio. Adesso, a nove mesi della data della prossima celebrazione della nascita facciamo memoria dell'annunciazione a Maria e dunque della concezione di Gesù nel seno di Maria. Ma questo bambino era nato per manifestare il suo amore nel gesto supremo di obbedienza e di amore sulla croce. E non è senza ragione che nella tradizione di antichi martirologi e di alcuni calendari medievali, il 25 di marzo era considerato il giorno della crocifissione.

Il mistero che celebriamo nella festa di oggi è il mistero dell'obbedienza cristiana. Uno dei frutti amari del peccato originale è stato che le relazione fra gli uomini siano divenuti delle relazioni di sfruttamento, di dominazione, e, dunque, di servilità. L'Incarnazione di Dio ci ha rivelato che l'obbedienza è una espressione di amore: è l'unica forma di amore che è totalmente libera e pura.

Potremmo dire che la festa di oggi est la festa del "Eccomi"! Prima di tutto è l'"eccomi" di Dio che, nel suo grande amore, decida di stabilire una relazione con la sua creatura. Poi, è l'"eccomi" del Figlio, inviato da noi dal Padre e che dice "Ecco, io vengo a fare la tua volontà". E finalmente, c'è l'"eccomi" di Maria, nel nome di tutta l'umanità, che dice "Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto".

Tutto comincia con un gesto di Dio che si propone e che si propone in una maniera molto delicata. Utilizza un messaggero, per lasciare alla creatura tutta la sua libertà di rispondere come vuole. Il messaggiero, l'angelo, saluta Maria: "Ti saluto... sei piena di grazia... il Signore è con te... Non temere... " Il messaggiero della proposta d'amore lascia uno spazio per l'interrogazione, risponde alle domande... Parla delle manifestazioni d'amore ricevute anche dagli altri "Vedi, anche Elisabetta, tua parente..." E quando Maria espressa la sua accettazione, l'angelo parte da lei... la sua missione è terminata, la proposta è stata accettata, gli amanti possono incontrarsi. L'unione fra dio e l'umanità può avvenire. Di questa unione nasce un uomo-dio.

Prima di questa unione e di questa nascita, gli esseri umani capivano la loro relazione con Dio e con la natura in termini di dominazione. Percepivano Dio come un maestro potente e pericoloso che uno doveva placare offerendogli sacrifici di oggetti, di animali, o anche di persone sulle quale l'uomo esercitava il suo proprio dominio. Con l'Incarnazione, il figlio di Dio ha messo fine a questa economia di sacrifici: "Non hai voluto e non hai gradito né sacrifici né offerte... Eccomi, io vengo per fare la tua volontà"

E il Figlio, al momento supremo della sua obbedienza, ci ha detto "Fatte anche voi questo in memoria di me" Ci ha invitato a darci, come Egli stesso si è dato.

Nella nostra vita abbiamo anche noi le nostre annunciazione. Un giorno abbiamo percepito che Dio ci invitava a amarlo e a servirlo nella vita monastica. Pero abbiamo anche le nostre innumerevoli annunciazioni di ogni giorni. Chiediamo la grazia di dire sempre, come il Figlio diletto e la sua Madre: Eccomi, per fare la tua volontà.