4 maggio 2003  III  domenica di Pasqua "B"

Atti 3, 13...19; 1Gv 2,1-5a; Lc 24, 35-48

 

Omelia

 

            La cosa più sorprendente in questo Vangelo, è la paura  da cui sono presi gli undici Apostoli e i loro compagni.  Poco tempo prima i discepoli  che avevano incontrato Gesù sulla via di Emmaus e l’avevano riconosciuto alla frazione del pane erano ritornati a raccontare queste cose agli Apostoli.  Questi avevano risposto : « E’ vero ! Il Signore è risuscitato ed è apparso a Simone ! » Ancora prima c’era stata la testimonianza delle donne venute al sepolcro il mattino di Pasqua.  Dunque tutti già sapevano che Gesù era ben risuscitato.  Improvvisamente, mentre insieme stanno parlando di Gesù, questo appare in mezzo a loro e dice semplicemente : « La pace sia con voi. » E questo basta perché siano spaventati e pieni di paura. Qual è dunque l'origine di questa paura ?

 

            La ragione di questa loro paura è certamente il fatto che il Gesù che si rende presente in mezzo a loro è diverso dall’immagine che si sono fatta di lui e di cui continuano a parlare.

 

            Non è forse qualcosa di simile che accade oggi nei nostri paesi detti di antica cristianizzazione, in America come in Europa ?  Noi parliamo molto di Gesù , come facevano gli Apostoli tra di loro. Forse dimentichiamo troppo facilmente che Gesù è altro rispetto a tutte le immagini che noi ci facciamo di Lui. Queste immagini possono esserci utili per entrare in contatto personale con lui, e soprattutto per « parlare di lui » ; Hanno potuto servire all’insieme del popolo cristiano nelle epoche dette di « Cristianità ». Ma tali immagini non sono più una mediazione efficace per gran parte degli uomini e delle donne del nostro tempo, che non hanno  necessariamente rifiutato Cristo, anche quando hanno abbandonato la pratica sacramentale e forse anche l’istituzione ecclesiale.

 

            Sarebbe meglio essere molto meno sicuri  di tutto ciò che abbiamo da dire su Gesù e lasciare che si renda presente  in mezzo a noi in modo imprevisto. Le mani e i piedi che ci mostra sono quelle di tutti i suoi fratelli e sorelle feriti dalle guerre e dall’odio. Per bocca di tutti gli affamati della terra,  ci dice e ridice continuamente : « Avete qualcosa da mangiare ? »

 

            E’ quello che ci ricorda Giovanni nella seconda lettura. Dire di Gesù « lo conosco » senza osservare il comandamento dell’amore  che ci ha dato, suona come una bugia. Ma se osserviamo questo comandamento, è allora che il suo amore, cioè il suo spirito, raggiunge in noi la perfezione.

 

            Si parla molto oggi di « Nuova Evangelizzazione » e della necessità di evangelizzare nuovamente la società occidentale odierna. E’ essenziale per questo disfarci di tutte le immagini, spesso molto sentimentali, che abbiamo di Gesù e che si sono accumulate nella coscienza collettiva  da molti secoli, ma non parlano più agli uomini e alle donne del nostro tempo. Esponiamoci di nuovo all’impatto delle parole stesse del Vangelo. Lasciamo che Gesù penetri nelle nostre vite e ci dica : « perché siete sconvolti ? », e lasciamo che ancora una volta ci chiami alla « conversione proclamata nel suo nome per il perdono dei peccati. »

 

Armand Veilleux